lunedì 13 dicembre 2010

BUKKARA - UZBEKISTAN

Un amico che ci segue leggendo questo blog, ci ha suggerito di datare i nostri spostamenti rendendo così, questo resoconto più simile a un giornale di bordo.
OK!  chiediamo a coloro che hanno avuto la pazienza di seguirci fin qui, di essere indulgenti. Questo blog/racconto è nato da un'idea poco credibile a noi stessi, vista la nostra poca abitudine alla scrittura.
Ora, dopo un mese di viaggio, questa cosa è diventata più seriosa e importante non solo a noi, se ora ci arrivano questi suggerimenti. Che cosa dobbiamo aspettarci in futuro? di usare aggettivi meno pomposi? concetti più sintetici? ortografia più corretta?. Abbiate pietà.....accontentatevi di quanto siamo in grado di fare.
Siamo arivati dalla "terra di nessuno" al confine tra il Turkmenistan e l'Uzbekistan, con 1 ora di anticipo sull'arrivo previsto dal programma che ci assiste nei nostri spostamenti fin da Venezia e attraverso l'Asia.
Da quando abbiamo lasciato Venezia siamo costantemente in compagnia di persone le quali hanno il compito di, venirci a prendere alle varie stazioni, farci da guida nelle città scorazzandoci con la macchina, con autista, fino a farci salire su un altro treno o passare il confino, dove poi saremo presi in carico da un altro angelo custode, il quale ci farà proseguire fino alla prossima tappa.

Oggi 07/12/2010 siamo arrivati a BUKKARA.
Come già detto, siamo rimasti un'ora al confine in "balia" di personaggi dallo sguardo poco raccomandabile, contrabbandieri, cambia valute e tassisti abusivi. Tutti vestivano vista l'usanza, cappottoni di velluto pesante lunghi fino ai piedi. IL CHAPAN. Nell'ora passata con costoro, abbiamo scoperto che il loro sguardo "poco raccomandabile", era solo un atteggiamento che nascondeva gentilezza e disponibilità ad aiutarci nel rintracciare notizie del mezzo che avrebbe dovuto aspettarci in quel luogo, per percorrere poi, i 100 Km che ci separavano da Bukkara.
Prima ancora di essere arrivati all'Hotel previsto per la nostra permanenza in questa città, la guida ci faceva la 1° sorpresa. Fermava la macchina per acquistare il "miglior pane di Bukkara". Tutto vero! Non si trattava di pane di pasta, ma bensì di pasta sfoglia, calda e profumata tanto da sembrare un dolce.
La 2° sorpresa l'abbiamo avuta nell'arrivare all'albergo. Nel quartiere vecchio arabo, stradine con case basse con portoni intarsiati, il nostro "rifugio" è un gioiellino tutto legno, stucchi, nicchie con oggetti tradizionali in piccoli ambienti ben conservati. Visto il nostro arrivo fuori stagione, il personale è a nostra completa disposizione, pronto a soddisfare ogni nostra richiesta. Durante la cena che l'Organizzazione ci ha offerto come benvenuto, la guida ci faceva notare che la stanza in cui ci trovavamo faceva parte di una casa privata in uso già dal 18° secolo. Vedere la foto!
La cosa, per noi più straordinaria che questo paese ci offre, è l'incredibile convivenza in atto trale più di 100 etnie o nazioni  che hanno culture e tradizioni, per non parlare di lingue e religioni, diverse tra loro.
Non è difficile, ci spiega Hurshid la nostra guida piena di sorprese, che 2 persone che si incontrano per strada, inizino a conversare tra loro in Uzbeko inserendo qualche concetto in Russo per poi finire usando il Tagiko. 3 lingue in uso continuo e sovrapposto tra loro per la comprensione di tutti. Alla faccia dell'intolleranza razziale!
A Bukkara ci sono luoghi, come la piazza vicina all'Hotel, in cui, divise da una vasca con i cigni che vi nuotano, ci sono una Moschea e un Madrassa visite da tutti, Islamici o meno, con autentico rispetto e che questo rispetto sia, da tutti, usato nell'entrare nelle Chiese Greco-Ortodosse, Cristiane o nelle Sinagoghe che a decine sono state erette qui da secoli.
Una popolazione così composta da tanti gruppi etnici e che vive un laicismo sociale, dovrebbe essere d'esempio per tutti.
Vi abbiamo già accennato alla nostra sorprendente guida, ebbene, è un 30enne alto, di bella presenza, capello lungo, tratti somatici per nulla uzbeki, cioè niente occhi allungati o gambe corte e zigomi pronunciati, una faccia più medio-orientale che asiatica. Questa persona ha atteggiamenti di raffinata educazione, una conversazione piacevole e intelligente e parla l'italiano in maniera eccellente con qualche accenno dialettale, sommando a tutto ciò una "Erre Moscia"! e non è mai uscito dall'Uzbekistan. Come ci spiega poi, qui nel suo paese, si studia l'italiano fin già dalle scuole superiori, cioè a 15 anni. Esattamente come da noi! Vi ricordate le 3 "I" di ventennale promessa?
La città di Bukkara la si gusta e comprende più facilmente se ci si inoltra nel Bazar dei gioielli e dei tappeti. Nel 1° il vociare femminile delle contrattazioni è musica per le orecchie. Nel 2°, dopo averti invitato a sedere su un sofà e atteso, poi, che tu possa assaporare un the con delle erbe profumate, ti dicono che nel nostro viaggio abbiamo già potuto vedere il massimo della qualità di tappeti, i Persiani, ma che anche qui a Bukkara, non sono da meno. Beata onestà professionale!
Sono così passati 3 giorni e domani mattina alle 7,00, sempre accompagnati da Hurshid, saliremo su un treno che in 3 ore ci porterà a SAMARCANDA, e non abbiamo assolutamente un appuntamento!                    

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