giovedì 9 dicembre 2010

Teheran

C'eravamo lasciati che, distrutti e "poco profumati" stavamo dormendo. Avevamo chiuso gli occhi alle 02,00 di Domenica che, dopo sole 5 ore abbiamo dovuto lasciare quella comoda posizione orrizzontale che ci aveva fatto assumere un involontario sorriso deliziato. Una doccia, colazione e ... visita alla citta'.
Si, lo so' gia' i commenti. "ma non hanno 7 mesi da riempire, perche' correre?" Avevamo prenotato questa visita pensando di non arrivarci in queste condizioni. Ma tant'e'.
Palazzo Golestan con i suoi mosaici a specchio e' un vero colpo d'occhio. Sorprendente! Saloni con pareti e soffitto ricoperi di triangolini di specchio, un numero spropositato, all'interno di un disegno di stucco bianco. Il tutto illuminato da lampadari di Murano con tante braccia da far invidia a tutta la famiglia della Dea Kali. Pavimento di formelle di ceramica con disegni floreali. Insomma, un'esagerazione di luce stroboscopica! Per ridimensionare tutto questo abuso di luce, visita al Bazar. Luogo grigio e, credo, non manutentato da sempre, cadente, in cui nelle numerosissime botteghe sono in vendita oggetti di uso comune per i soli residenti dal momento che, cianfrusaglie e ricordini per turisti, rimarrebbero in vetrina per chissa' quanto tempo per mancanza di acquirenti.
Tutto cio' premesso..., come direbbe una mia amica, il motivo che da solo vale tutto il viaggio fin qui, e' il rapporto che si instaura immediatamente con le persone incontrate per caso per strada. Sembra che incontrandoci, tutti i loro doveri perdano di importanza. Se sono in banca per portare a termine un'operazione, ti chiedono "da dove vieni, perche' sei qui, dove vai? ", a questo punto, lasciano tutto e, devono accompagnarti fin dove devi andare oppure se il luogo e' troppo lontano, ti consegnano ad un'altro passante che, sul serio, sara' felice di sostituirsi al primo,  anche lui improvvisamente dimentico delle sue incombenze. Alla faccia del colore dominante, il NERO, le loro faccie sono costantemente aperte al sorriso.

Qui abbiamo avuto l'opportunita' di conoscere Felice, la nostra guida. Nome italiano, cambiato in coda al cambiamento di religione, il quale sembra essere veramente una persona Felice. In passato ha trascorso 15 anni in Italia per studiare medicina per poi trasferisi negli USA per completare il corso di studio. Ora, per gli strani avvenimenti della vita, fa l'accompagnatore di coppie o di piccoli gruppi in visita qui a Teheran. Per lui sembra non ci sia niente di meglio che parlare della storia del suo paese con persone che gli permettano di parlare l'Italiano. Felicemente Felice!

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